"
Due voci" (flauto e violino), "
Tornasole" (due viole, con flauto basso ad libitum), "
Masques et Berg" (violino e viola), "
Romper del día" (controtenore e corno), in tutti i duetti che ho scritto ho sempre sviluppato un concetto che mi è caro, quello della molteplicità della voce singola e della creazione di una voce unitaria e unica all'interno di più voci: in termini musicali, una parte (un solo strumento) esprime due o più voci, due o più parti (due o più strumenti) si fondono in un'unica voce. Le due situazioni sono in costante rapporto, dialettico o dinamico, e non si cristallizzano mai in un' unica stabile configurazione. Nel caso di "Romper del día", addirittura, la voce cantata e lo strumento si fondono simbioticamente e si scambiano i ruoli.
Nel caso di questo duo per strumenti uguali il gioco di specchi si spinge all'estremo: l'uguaglianza di timbro è sfruttata per creare effetti di spazializzazione, oppure è smentita ad arte, forzandola con articolazioni di scrittura, suoni multifonici, effetti di intonazione atti a creare l'illusione di un secondo strumento dalla natura peculiarmente diversa.
Il titolo “
Odoi” - che prende spunto dall’assonanza con la parola “oboi” - in greco significa “cammino”, “via”, ma anche “trivio”, “mezzo“, “maniera”. E il quasi omofono “odé” signfica “canto”. Un cammino condiviso nel canto, dunque, che dedico alla coppia (nella vita e nell’arte) Cristina Ruggirello e Luca Avanzi.
S.G. 24.4.15