Luce ignota della sera

da Robert Schumann, Zwölf Vierhändige Clavierstücke für kleine und große Kinder, op. 85 n. 12

2015
FOR
piano and live electronics
DURATION
4'30''
FIRST PERFORMANCE
28.11.15, Venice, Conservatorio Benedetto Marcello, Ex Novo, Aldo Orvieto (piano), Alvise Vidolin (live electronics)
PUBLISHER
CATALOGUE NUMBER
S. 14861 Z.
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Audio extracts

Luce ignota della sera - A. Orvieto, A. Vidolin, dur. 4:50, unedited live recording, 2015

Introduction

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Luce ignota della sera è il mio secondo omaggio alla visionarietà della musica di Schumann. Come nel 1995, quando composi descdesesasf, per trio d’archi e (versione 2014) elettronica, associai il nome di Schumann a quello del poeta Paul Celan, ho ora voluto legare al nome dell’artista renano quello del compositore Luigi Nono, cui devo la mia iniziazione compositiva. Nel caso del trio, gli interpreti dovevano interrompere la musica e dire sommessamente una poesia di Celan; nel caso di questo brano viene integrato alla scrittura schumanniana un frammento di un mio precedente omaggio a Nono, Prédicatif (2014, dal III quaderno della raccolta Prés). Luce ignota della sera è dunque una rielaborazione originale che assume il testo integrale dell’ultimo brano dei Zwölf Vierhändige Klavierstücke für kleine und große Kinder, op. 85 n. 12, per pianoforte a quattro mani, Abendlied.
Mentre il pianista esegue dal vivo letteralmente la parte di accompagnamento dell’ Abendlied schumanniano il live electronics (realizzato da Alvise Vidolin) si assume il ruolo di “agente trasfiguratore” della parte del canto facendo risuonare - tramite trasduttori che inviano il segnale direttamente nella cassa armonica del pianoforte - la melodia normalmente eseguita dall’altro interprete del “quattro mani” schumanniano: melodia – quasi innere Stimme – che è stata preregistrata e trattata e a cui viene anteposta una suite accordale tratta dal mio Prédicatif. Tale preludio viene poi ripreso alla fine del brano, un semitono sotto e leggermente modificato, e costituisce una vera e propria coda nella quale la polarità di re del frammento in omaggio a Nono si congiunge alla tonalità di re bemolle di Abendlied.
L’intervallo di semitono è per l’appunto l’escursione che deve compiere l’elettronica, durante i tre minuti e trenta di questo brano, per duplicare il pianoforte reale shiftandone gradualmente le frequenze: durante questo percorso, il suono diretto e il suono progressivamente sempre più calante - diffuso, come per la melodia, all’interno della cassa di risonanza dello strumento - interagiscono: si creano battimenti, le altezze fluttuano sempre più, il pianoforte si fa stonato, sfuocato, spettrale. E in questo ambiente, come in un’altra dimensione che si fa largo in quella crepuscolare, risuonano nostalgicamente e utopicamente, altri frammenti, ricombinantesi casualmente, tratti dall’ultimo dei miei Prés (raccolta significativamente ispirata al mondo infantile) dal titolo Pré de près. Frammenti che l’elettronica lancia nello spazio vicino e lontano, come detriti sonori che si uniscono e si confondono, in un mondo sentito microscopicamente e oltrepassante idealmente la realtà fisica: un sogno infinitamente attivo che proietta la forza creatrice degli artisti visionari a cui intende rendere omaggio.
 
S.G. 21.7.15
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