Luce ignota della sera è il mio secondo omaggio alla visionarietà della musica di Schumann. Come nel 1995, quando composi
descdesesasf, per trio d’archi e (versione 2014) elettronica, associai il nome di Schumann a quello del poeta Paul Celan, ho ora voluto legare al nome dell’artista renano quello del compositore Luigi Nono, cui devo la mia iniziazione compositiva. Nel caso del trio, gli interpreti dovevano interrompere la musica e dire sommessamente una poesia di Celan; nel caso di questo brano viene integrato alla scrittura schumanniana un frammento di un mio precedente omaggio a Nono,
Prédicatif (2014, dal III quaderno della raccolta
Prés).
Luce ignota della sera è dunque una rielaborazione originale che assume il testo integrale dell’ultimo brano dei
Zwölf Vierhändige Klavierstücke für kleine und große Kinder, op. 85 n. 12, per pianoforte a quattro mani,
Abendlied.
Mentre il pianista esegue dal vivo letteralmente la parte di accompagnamento dell’
Abendlied schumanniano il live electronics (realizzato da Alvise Vidolin) si assume il ruolo di “agente trasfiguratore” della parte del canto facendo risuonare - tramite trasduttori che inviano il segnale direttamente nella cassa armonica del pianoforte - la melodia normalmente eseguita dall’altro interprete del “quattro mani” schumanniano: melodia – quasi
innere Stimme – che è stata preregistrata e trattata e a cui viene anteposta una suite accordale tratta dal mio
Prédicatif. Tale preludio viene poi ripreso alla fine del brano, un semitono sotto e leggermente modificato, e costituisce una vera e propria coda nella quale la polarità di re del frammento in omaggio a Nono si congiunge alla tonalità di re bemolle di
Abendlied.
L’intervallo di semitono è per l’appunto l’escursione che deve compiere l’elettronica, durante i tre minuti e trenta di questo brano, per duplicare il pianoforte reale shiftandone gradualmente le frequenze: durante questo percorso, il suono diretto e il suono progressivamente sempre più calante - diffuso, come per la melodia, all’interno della cassa di risonanza dello strumento - interagiscono: si creano battimenti, le altezze fluttuano sempre più, il pianoforte si fa stonato, sfuocato, spettrale. E in questo ambiente, come in un’altra dimensione che si fa largo in quella crepuscolare, risuonano nostalgicamente e utopicamente, altri frammenti, ricombinantesi casualmente, tratti dall’ultimo dei miei
Prés (raccolta significativamente ispirata al mondo infantile) dal titolo
Pré de près. Frammenti che l’elettronica lancia nello spazio vicino e lontano, come detriti sonori che si uniscono e si confondono, in un mondo sentito microscopicamente e oltrepassante idealmente la realtà fisica: un sogno infinitamente attivo che proietta la forza creatrice degli artisti visionari a cui intende rendere omaggio.
S.G. 21.7.15
This is my second homage to the visionarity of Schumann’s music. Just as in 1995, when I wrote
descdesesasf, for string trio, in the 2014 electronic version, I associated the name of Schumann with that of the poet Paul Celan, now I wanted to link the name of the German composer with that of Luigi Nono, to whom I owe my initiation to music. In the case of the trio the players had to interrupt the music and quietly recite a poem by Celan; in my new piece Schumann’s writing is integrated with an extract from my previous homage to Nono,
Prédicatif (2014, from the third series of the collection
Prés).
Luce ignota della sera is therefore an original reworking that assumes the integral text of
Abendlied, the last piece of the
Zwölf vierhändige Klavierstücke. While the pianist literally plays Schumann's accompaniment live, the electronics take on the role of “transfiguring agent” of the second part, resounding, through transducers that send the signal directly to the sound board of the piano, the melody normally performed by the other pianist in Schumann’s piece: a melody, almost an
innere Stimme, that has been pre-recorded and treated, which is preceded by a series of chords taken from my
Prédicatif. This prelude then reappears at the end of the piece, a semitone lower and slightly modified, and constitutes a true and proper coda in which the polarity of D of the extract from my homage to Nono meets with the tonality of D flat of
Abendlied. The excursion of the semitone interval is in fact the task assigned to the electronics, during the 3’30’’ of this piece, to duplicate the real piano, gradually shifting the frequencies: during this course, the direct sound and the increasingly diminishing sound (transmitted, like the melody, inside the sound board of the instrument) interact: beatings are thus created, the pitches increasingly fluctuate, the piano becomes detuned, unfocused, spectral. In this environment, like in another dimension that emerges at twilight, nostalgically and utopically other fragments casually combine, taken from the last of my
Prés (a collection significantly inspired by the world of childhood) titled
Pré de près. Fragments that the electronics launch into space near and far, like scraps of sound that unite and become confused, in a world heard microscopically, ideally beyond physical reality: an infinitely active dream that projects the creative force of the visionary artists to whom I intend to pay homage».
S.G. 21.7.15