Scritto per l'edizione 2011 del festival di "Milano Musica", questo corto ciclo di madrigali per dodici voce soliste e violino (di cui è in cantiere una seconda parte) risponde alle sollecitazioni del progetto "Netzwerk Madrigal" di Walter Nußbaum e di KlangForum Heidelberg. Utilizza testi poetici dei madrigalisti del grande repertorio rinascimentale (in questo caso, il Tasso, il cui "Se taccio, il duol s'avanza" è stato musicato tra gli altri da Gesualdo ) e sfrutta procedimenti di tipo microtonale, amplificando in senso contemporaneo gli esperimenti cromatici di Gesualdo e di Michelangelo Rossi e prolungando gli esperimenti enarmonici dell'archicembalo di Nicola Vicentino.
La scrittura vocale, ma non quella solistica del violino, impiega i terzi di tono (in funzione espressiva in rapporto ai testi poetici adottati) come elementi tensivi, distorsivi e interpolativi tra intervalli o combinazioni di intervalli temperati di chiara distinguibilità fino (quasi) alla connotazione tonale o modale.
L'espressione dello smarrimento, della nostalgia, dell'eco inteso come ricordo perduto o visione appena intravista o agognata, del contrasto tra il desiderio ideale e la situazione presente di privazione: questi sono i nodi che i procedimenti per terzi di tono impegati cercano di intensificare in maniera non retorica e in stretto contatto con i valori del testo poetico cantato.
Lo stesso contrasto tra idealità e realtà è rappresentato inoltre dal violino (che in questa composizione non fa uso di terzi di tono) il cui contributo è sfaccettato: ambiguamente sospeso tra il ruolo di tredicesima voce del coro, di solista accompagnato da un'orchestra di voci, di filtro nel quale tutte le voci si sintetizzano e, tacendo, si riducono a una, senza parole, nonché di icona sonora di un valore simbolico che sopravanza quello musicale - il solista come la personificazione della "dama" - a cui il poeta cortese aspira.
S.G. 25.8.11