Far niente

1998-2007
FOR
double-bass and seventeen instruments
DETAILED INSTRUMENTATION
solo double-bass, 1.1.2.1./1.1.1.1./perc.I.II.III./harp/string quintet
DURATION
16'
COMMISSION
Schleswig-Holstein Musik Festival 1998; musikFabrik (for the final version)
FIRST PERFORMANCE
1st version: 22.8.98, Hamburg, Schleswig-Holstein Musik Festival, Frédéric Stochl (double-bass), Klangforum Wien, Sylvain Cambreling (conductor); final version: 23.11.2007, Köln, WDR, Michael Tiepold (double-bass), musikFabrik, Etienne Siebens (conductor)
PUBLISHER
CATALOGUE NUMBER
138197
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Introduction

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Far niente. In questa strana espressione che alcune lingue possiedono, il verbo che per eccellenza dovrebbe esprimere l’agire fattivo si unisce al sostantivo che gli nega qualsiasi effetto.

Non far niente / far niente: la lingua italiana, aggiungendo un non alla locuzione far niente, sembra voler distinguere due modi di produrre il nulla, uno attivo e uno passivo. Far niente, infatti, è connotato da un’intenzione produttiva che scompare in non far niente. Si può non fare niente, e quindi permanere in uno stato di ozio, di inattività, di inerzia, oppure fare niente, cioè produrre il niente, ridurre a niente, assottigliare, distillare, dare valore a ciò che è minimo, che è quasi inesistente, non visibile, o che non si mostra con evidenza. Musicalmente parlando, si possono creare gesti, figure, forme, decorsi temporali che appartengono a un altro ordine di grandezza, quello cioè del dettaglio, della microscopia, dell’infra-ordinario, e sfruttare tecniche di strutturazione e di articolazione che producono inattività: il silenzio prima ancora dei suoni e delle note, la circolarità, la ciclicità, la ripetizione, la complementarietà (nel doppio senso del riempimento degli spazi vuoti e dello svuotamento degli spazi pieni), la specularità e la simmetria.

L’ambientazione notturna di Far niente è, in parte, la conseguenza di queste scelte, lo scenario che idealmente le incarna. La notte è il regno del paradosso che permette di produrre qualcosa pur non facendo, o, se vogliamo, di non produrre cosa pur facendo: solo congiungendo l’attività dello spirito all’inattività del corpo si producono i sogni.
La musica, la più immateriale delle arti, non è forse produzione di nulla?

Stefano Gervasoni, VII. 1998
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