Eyeing, per sette strumenti di cui due in eco, è una rilettura e una parziale riscrittura di
An, un pezzo che lo precede di dieci anni. Il titolo
Eyeing, che si potrebbe tradurre con “del vedere”, racchiude il senso di quell’operazione. Assona con il titolo
An (la preposizione tedesca “a…”), così come
Eyeing restituisce di
An un immagine simile ma non perfettamente coincidente. An è come visto da lontano, dal punto di vista dei due strumenti in eco - posti dietro il gruppo principale costituito dal flauto dal clarinetto e dal trio d’archi (gli strumenti di
An), a distanza e disposti stereofonicamente ai lati del palcoscenico. Come se due occhi lontani tentassero di mettere a fuoco e, in più, di accordare, le rispettive visioni del gruppo principale, ricostruendone a memoria o per desiderio di vedere ciò di cui non hanno sicurezza di esistenza ma a cui credono fermamente i dettagli.
Stefano Gervasoni, 26.4.05