DER RUHELOSE [K. F.]
Alle Landstraßen wurden enger und enger.
Wer war dein Bedränger?
Du kamst nie zum Ziel!
Wie im Ziehharmonikaspiel
Wurden sie wieder auseinandergerissen –
Denn auch im Auge ist kein Wissen.
In die blaue Ferne gehn
Berge und Sterne und Apfelbaumalleen.
Windmühlen schlagen wie Stundenuhren
Die Zeit; bis sie verlöscht die Spuren.
SIE, DIE IHREM KINDE DAS GRAB GRUB [M. A.]
Mit deinen Händen hast du gegraben deinem Kinde das Grab,
Da löste sich dein Verstand und floß in die Finger hinab.
Die sangen ein Lied, das war wie der dunkelste Schlaf
Einer sah deinen Tod, der dich wie ein Weckruf traf.
DIE MALERIN [M. Z.]
So gingst du, eine Bettlerin, und öffnetest die Tür:
Tod, Tod wo bist du –
Unterm Fuß du –
Zum Schlafmeer mich führ –
Ich wollte die Liebsten malen
Sie fangen schon an zu fahlen
Wie ich den Finger rühr.
Der Sand in meinem löchrigen Schuh
Das warst du – du – du –
Male ich Sand der einmal Fleisch war –
Oder Goldhaar – oder Schwarzhaar –
Oder die Küsse und deine schmeichelnde Hand
Sand male ich, Sand – Sand – Sand –
DER MARIONETTENSPIELER [K. G.]
Die weite Welt war zu dir eingegangen
Mit Sand im Schuh und Ferne an den Wangen.
Am Sonnenfaden zogst du sie herein
Da ruhte sie auf deinem Meilenstein.
Die Schwalbe baute in Elias Haaren
Ihr Nest; bis er in Sehnsucht aufgefahren.
Der Totengräber nach dem Rätsel grabend
Fand eine Jungfrau in dem Rosenabend.
Das Zwillingspaar aus Lächeln und aus Weinen
Versuchte sich in Liebe zu vereinen.
So tanzte Erde rund mit ihrer Sternmusik
Auf deiner Hand; bis sie verlassen schwieg.
DIE SCHAUSPIELERIN [E. L.]
Du sprachst: Und Rehe gingen über eine Weide,
Und eine Wassermühle sang Klipp Klapp –
Der Engel sprach zu einer Seele: »Leide!«
Und wieder: »Hebe dich aus deinem Grab!«
Es klopft: du gingst zu öffnen an die Jenseitstüren
Und decktest Kinder mit dem Winde zu.
Es wird dich eine Spur zum Rande führen.
Wo Sesam wächst, da wächst auch deine Ruh.
DER BESIEGTE [W. B.]
O deiner Augen Tränenschleier,
Besiegter du von Anbeginn.
Bogst, wie der Zweig sich biegt zur Leyer
Dich sternenloser Welt zum Schlage hin.
Am Tausendjahresende standst du, Einer,
Der trug des Volkes mitternächtge Last
Und wurdest wie ein Morgenschatten kleiner –
Und dann vom Tod wie ein Juwel gefaßt.
Nelly Sachs, Werke. Kommentierte Ausgabe in vier Bänden - Band I + II: Gedichte © Suhrkamp Verlag Berlin 2010
L’IRREQUIETO [K.F.]
Tutte le strade diventavano sempre più strette.
Chi ti incalzava?
Non giungesti mai alla meta!
Come nel suono della fisarmonica
Furono separate nuovamente –
Perché neppure nell’occhio c’è conoscenza.
Nell’azzurra lontananza procedono
Monti e stelle e viali di meli.
Come orologi i mulini a vento battono
il tempo, finché questo scancella le tracce.
QUELLA CHE SCAVÒ LA FOSSA AL SUO BAMBINO [M.A.]
Con le mani hai scavato la fossa al tuo bambino,
e fu allora che il tuo senno si staccò e fluì giù nelle dita.
Quelli cantarono un canto che era come il sonno più cupo
Uno vide la tua morte che ti colse come suono che sveglia.
LA PITTRICE [M. Z.]
Procedevi, come una mendicante, e apristi la porta:
Morte, morte, dove sei –
Sotto il piede, tu –
Conducimi al mare del sonno –
Volevo dipingere i miei prediletti
Già cominciano a svanire
Appena muovo il dito.
La sabbia nella mia scarpa bucata
Questo eri tu – tu – tu –
Dipingo sabbia che un tempo era carne
O capelli dorati – o capelli neri –
O i baci e la tua mano carezzevole
Sabbia dipingo, sabbia – sabbia – sabbia –
IL MARIONETTISTA [K. G.]
Il vasto mondo era entrato in te
Con sabbia nelle scarpe e lontananza nelle guance.
Con un raggio di sole lo tirasti dentro
Là riposò sulla tua pietra miliare.
Nei capelli di Elia la rondine costruì
Il suo nido, finché egli ascese preda di nostalgia.
Il becchino, scavando in cerca dell’enigma,
Trovò una vergine in una sera di rosa.
Sorriso e pianto, coppia di gemelli,
Cercarono di unirsi nell’amore.
Così la terra danzò in tondo con la sua musica di stelle
Sulla tua mano; finché abbandonata tacque.
L’ATTRICE [E. L.]
Tu parlavi: e i caprioli pascolavano su un prato,
E un mulino ad acqua cantava clip clap –
l’angelo disse ad un’anima: «Soffri!»
E ancora: «Alzati dalla tua tomba!»
Bussano: tu andasti ad aprire le porte dell’aldilà
E ricopristi bimbi con il vento.
Una traccia ti condurrà al confine.
Dove cresce il sesamo, cresce anche la tua pace.
LO SCONFITTO [W. B.]
O, il velo di lacrime dei tuoi occhi,
Tu sconfitto dal principio.
Ti piegasti, come il ramo si piega a lira
Verso il colpo del mondo senza stelle.
Alla fine del millennio stavi tu, uno
che portava il peso notturno del popolo
E diventavi più piccolo come un’ombra mattutina –
E poi come un gioiello venivi agguantato dalla morte.
Nelly Sachs, Werke. Kommentierte Ausgabe in vier Bänden - Band I + II: Gedichte © Suhrkamp Verlag Berlin 2010
(translation: Chiara Conterno)