Strepito e garbuglio è un lungo pezzo per contrabbasso nel quale l’esplorazione della ricca materia sonora offerta dallo strumento (di cui la parola “strepito” esprime le qualità allo stato bruto) si accompagna alla sua progressiva distillazione operata dalla scrittura (testimoniata dalla parola “garbuglio”). Garbuglio che si dipana: da sismogramma di una materia in continuo divenire (instabile perché radicata in frequenze gravi scosse da svariati modi di attacco e incalzate da figure ritmiche che ne mettono in risalto le componenti interne del suono, acute, fino ai più lontani armonici addomesticabili dalle tecniche strumentali, e percorsa da fenomeni inerziali di vibrazione che creano altre voci ancora all’interno della massa sonora) a scrittura musicale che opera la trasformazione di un oggetto sonoro complesso in una struttura contrappuntistica di voci che si delineano poco a poco autonomamente. E strepito che diventa suono. Il contrabbasso è visto come un grande alambicco grazie al quale operare un processo di distillazione: ne vengono presentate varie tappe, in un percorso che consente allo “strepito” di diventare suono organizzato e addirittura canto, e obbliga il “garbuglio” dei segni a farsi scrittura che dipana questa matassa, dà luce alle singole componenti, ne ricostituisce l’ordine interno e le mette tra loro in un equilibrio formale. L’andamento generale è perennemente discendente, malgrado l’accumularsi dei gesti esplorativi della materia tenda a farla lievitare e a spingerla verso l’alto, a immagine del processo di distillazione che comporta una trasformazione della materia di tipo ascensionale, per raggiungere lo stato gassoso, ma che può solo concludersi in un movimento di tipo contrario, cioè discendente, fino al liquido essenziale delle gocce che cadono. La sezione finale del pezzo rappresenta bene questa compresenza di fasi: un movimento di note ripetute ma progressivamente discendenti per quarti di tono e/o semitono, articolato da pizzicati all’unisono che si staccano via via dalla nota di appartenenza “galleggiando” come una terza voce sopra questa discesa inesorabile, punteggiata ritmicamente dal 5°, dal 6° e dal 7° armonico che sbalzano improvvisamente le altezze liberate dalla forza d’attrazione del registro più grave verso quello più acuto, nel quali costituirsi come melodia di un seconda voce in filigrana.
S.G. 21.1.16
Strepito e garbuglio is a long piece for double bass in which the exploration of the rich sound material offered by the instrument (of which the word “strepito”, “rough noise”, expresses the quality in its raw state) accompanies its progressive distillation brought about by the style of writing (characterized by the word “garbuglio”, a “tangle”). A tangle that is unwound: from a seismogram of material in constant development (unstable because it is rooted in low frequencies disturbed by different modes of attack and enwrapped by rhythmic figures that highlight the internal components of the sound, which are high, up to the most distant harmonics achievable with the instrumental techniques, and troubled by inertial phenomena of vibration that create still other voices inside the sonic mass) to a musical writing that transforms the complex sound object into a contrapuntal structure of voices that spread out autonomously. Noise that becomes sound. The double bass is seen as a large still which helps it carry out a process of distillation: various stages are presented, along a path that allows the “strepito” to become organized sound and even a melody, and forces the “garbuglio” to become a writing that unravels this mass, gives rise to single components, reconstituting the internal order and setting them in a formal balance. The general trend is a constant descent, despite the fact that the accumulation of explorative gestures of the material tends to make it rise and push it upwards, as in the process of distillation that brings about an ascending type of transformation of the material, until it reaches a gaseous state, but which can only conclude with a movement of the opposite kind, that is descending, until the essential liquid of the drops start to fall. The last section of the piece well represents this assembly of phases: a movement of notes that are repeated but progressively fall in quarter tones and/or semitones, ranging from pizzicatos to unison, that gradually break away from the note they belong to, “floating” like a third voice above this relentless descent, punctuated rhythmically by the 5th, 6th and 7th harmonics that suddenly bounce the pitches released by the force of attraction from the lowest register towards the highest, in which they emerge as the melody of a second voice like a filigree.
S.G. 21.1.16